30 marzo 2009
Tagli alla polizia: è questa la sicurezza del governo?
Da La Repubblica
Protesta delle forze di polizia contro riduzione
dei fondi e istituzione delle ronde A fianco dei manifestanti anche i segretari di Cisl
e Cgil Bonanni ed Epifani
Sicurezza, Franceschini accusa il governo: "Tagliati 3,5 milardi, promesse tradite"
Il Siulp:
"Auto sono usurate, organici ridotti all'osso, mancano mezzi e
strumenti"
Il leader Pd:
"Gli agenti detinati al G8 dovranno anticipare da soli le spese"
 Il segretario del PD Dario Franceschini
La sicurezza è stato uno dei cavalli di battaglia del
centrodestra alle ultime elezioni politiche ma le aspettative degli
elettori sono state tradite. E' quanto afferma Dario Franceschini, che
oggi ha partecipato alla manifestazione di protesta dei sindacati di
polizia contro i tagli alla sicurezza. Gli è stato riferito, dice, che
i poliziotti che dovranno lavorare al G8 devono antipare, da soli, le
spese. "La destra ha fatto in campagna elettorale delle politiche sulla
sicurezza la propria priorità - ricorda il segretario del Pd - ma la
scelta è stata tradita dai successivi comportamenti parlamentari e di
governo con cui sono stati tagliati 3 miliardi e mezzo di euro al
comparto". La denuncia trova ampia conferma nelle affermazioni del sindacato di
polizia Siulp: "E' importante dare un segnale al governo e al
presidente del Consiglio - dice il segretario nazionale Michele Alessi
- noi non condividiamo il progetto sulle ronde. Bisogna rafforzare le
forze di polizia ordinarie come i carabinieri, la finanza, la polizia
di Stato e le altre polizie. Bisogna dare mezzi e strumenti alle forze
dell'ordine". Il segretario del Siulp ha voluto sottolineare il fatto che al momento
mancano uomini e mezzi alla polizia di Stato: "Le auto sono usurate,
mancano gli uomini, gli organici sono ridotti all'osso, gli agenti che
vanno in pensione non vengono sostituiti. Oggi manifestiamo per dare un
segnale forte al governo affinché corregga la rotta. Bisogna potenziare
la sicurezza, però non la sicurezza privata bensì una sicurezza di
Stato". "Ci sarà una ragione - ha commentato Franceschini - se tutti i
sindacati di polizia esprimono una protesta civile e ferma". Il
governo, ha spiegato, "ha fatto tagli per 3,5 miliardi al settore e poi
con un'operazione demagogica e d'immagine ha raccontato che il problema
viene risolto con le ronde di privati cittadini. E' ora - ha aggiunto -
di dire basta alla demagogia e alle falsità, servono fatti concreti".
Contro le ronde si è espresso anche il segretario generale della Cgil
Guglielmo Epifani: "Tutto il mondo guarda al problema della sicurezza
allo stesso modo, cioè investendo in uomini e mezzi. In Italia, al
contrario, si riducono le risorse e si tagliano i mezzi poi però si
istituiscono le ronde. Queste a mio parere sono di intralcio e creano
problemi al lavoro delle forze dell'ordine". Dello stesso parere il segretario della Cisl Raffaele Bonanni: "Lo
Stato sta abbandonando la polizia senza mezzi e risorse. Noi siamo
contrari alle ronde, le riteniamo un segnale sbagliato. Tutta la classe
dirigente si deve prendere le proprie responsabilità e applicare le
leggi che già esistono, mettendo a disposizione più risorse". "Mi è stato raccontato - denuncia ancora Franceschini - che ai
poliziotti che dovranno operare al G8 è stato chiesto di anticipare di
tasca propria le spese". "Mi è stato anche detto - ha proseguito il
segretario del Pd - che in molte città sono in trasferta permanente
agenti di polizia per occuparsi della tutela dei soldati impiegati nei
presidi fissi e per evitare che dalle ronde nascano problemi per la
sicurezza".
30 marzo 2009
26 marzo 2009
Il mio sì al federalismo fiscale
Il federalismo fiscale è un buon passo avanti
Ieri la Camera ha votato a favore del Federalismo Fiscale. Ora ci sarà l'esame del Senato, ma tutto lascia pensare che il testo, scritto nelle diverse Commissioni Parlamentari, possa ottenere un largo consenso. La votazione alla Camera ha visto il sì compatto del centrodestra. La Lega Nord è stata la grande sostenitrice del ddl, votato anche dagli ambienti centralisti del PdL. Il PD si è astenuto, mostrando di essere quasi del tutto d'accordo con la riforma. Solo alcuni deputati (Furio Colombo, Pierluigi Mantini) hanno votato contro. Francesco Rutelli e i suoi centristi hanno mostrato insofferenze al federalismo, ma alla fine si sono astenuti, con riserve, per mostrarsi compatti a fianco della maggioranza dei democratici. L'UDC ha votato contro. Rutelli forse cercava già di mettersi in linea con il suo amico Pierferdinando Casini, con cui fa prove di inciucio. Chi si proclama erede della vecchia DC non può che essere sempre un fiero sostenitore dell'assistenzialismo. Italia dei Valori ha votato a favore. Il partito di Antonio Di Pietro, odiato tanto dai mass media pidiellini e democratici, si è impegnato dalle commissioni per portare in aula un ddl che dia autonomia fiscale alle regioni senza penalizzare il Mezzogiorno. Con il Federalismo Fiscale viene cancellata la riserva di aliquota
Irpef tra le fonti che le Regioni utilizzano per finanziare
le spese essenziali, sostituita da compartecipazioni ai
tributi erariali e, in via prioritaria, al gettito Iva. Le Regioni disporranno di compartecipazioni erariali, tributi
propri e quote di fondo di perequazione per finanziare le
spese per lo svolgimento delle funzioni di loro competenza,
che sono divise in funzioni fondamentali e non essenziali. Questo significa dare maggiore opportunità alle regioni di tassare i propri cittadini, sottraendo decisioni che prima spettavano allo Stato. La corrente romanocentrica erede di AN è soddisfatta: con Roma Capitale l'Urbe avrà speciale autonomia,
statutaria, amministrativa e finanziaria rispetto alle altre 10 città metropolitane (a cui si è aggiunta Reggio Calabria. Restano le 5 regioni a statuto speciale, con qualche tavolo decisionale in più. Si è cercato di far felici tutti. Ci saranno una Commissione Paritetica e una Bicameralina per il Federalismo. Queste non sono grandi novità, ma nuove commissioni parlamentari da impiegarsi su un tema specifico. Da federalista convinto sostengo questo ddl. E' un ennesimo passo avanti. Non è la perfezione assoluta, ma è pur sempre qualcosa. Il provvedimento parte dalle commissioni, dove hanno lavorato assieme parlamentari di tutte le forze. Per fortuna l'Italia è una Repubblica Parlamentare. Grazie al parlamentarismo si arriva a discreti compromessi. Quindi oltre al federalismo fiscale, io difendo il parlamentarismo che ha permesso la sua attuazione. Un presidenzialismo improvvisato, che tanto piacerebbe al premier Silvio Berlusconi, avrebbe portato a riforme sgangherate e di stampo cesarista. Il primo piccolo passo per il federalismo fu il referendum costituzionale voluto dal Centrosinistra e votato dagli italiani nel 2001. Il secondo è questo. Tra questi due punti c'è stata l'abolizione dell'ICI sulla prima casa. Berlusconi ha tolto la più importante tassa federalista decisa dai comuni. Gli stessi che ora chiedono soldi proni alle istituzioni che stanno sopra, seguendo confusamente il principio di sussidiarietà. Per tornare al vecchio standard, i comuni hanno appioppato multe, aumentato la tassa rifiuti e tagliato sulla cultura. Il terzo grande passo sarebbe l'istituzione di un Senato Federale. Se ne parla da anni. Il Bicameralismo perfetto risulta vetusto e penso sia il caso di impegnarsi al massimo per dare nuovo lustro alla Camera Alta del nostro paese. Questo passo porterebbe Umberto Bossi e i suoi a proclamarsi salvatori della patria. Ma un buon politico deve in primis pensare agli interessi del paese, non a chi ci speculerà per fini elettorali sopra.
Ma.Le.
24 marzo 2009
Ma.Le. dice
Il segretario del PD Dario Franceschini avverte: «Se Berlusconi non cambia il Piano Casa, noi faremo muro». Bravo Franceschini, inizia con i muri e poi passa al tetto. Rispettando il 35% di cubatura.
21 marzo 2009
Patrice Lumumba
L'eroe del giorno: Patrice Lumumba (1925 - 1961)
Patrice Emery Lumumba nasce nel 1925 nel Congo Belga. Figlio di contadini, riesce a frequentare una scuola di missionari cattolici a Onalaua, la sua città natale. Ottiene il diploma in un istituto gestito da svedesi e inizia a lavorare come impiegato per una società mineraria europea. Nel 1945 è giornalista nella capitale Leopoldville (oggi Kinshasa). Nel settembre del 1954 riceve lo statuto di immatriculé. Questo riconoscimento ufficiale viene dato dell'amministrazione coloniale belga agli indigeni considerati più evoluti, praticamente gli unici ad essere trattati come esseri umani (nel 1954 era stato rilasciato a 200 persone su 13 milioni di abitanti). Lumumba si avvicina ad un gruppo di notabili liberali e inizia a mostrare agli occhi dei colonialisti le condizioni di miseria del popolo congolese. Lavora nel frattempo come manager di una birra locale: la Polar. Facendo marketing per la birra, Lumumba gira diverse aree del paese, parlando anche della dignità degli africani. viene arrestato nel 1957 e subito scarcerato. L'anno successivo va in Belgio, contattando ambienti anticolinialisti europei. Tornato in Congo, Lumumba crea a Léopoldville il Movimento Nazionale Congolese (MNC), e in questa veste partecipò alla Conferenza Panafricana di Accra.
Al ritorno riesce ad organizzare una riunione per rendere conto dei
lavori della conferenza, nel corso della quale rivendica l'indipendenza
di fronte a più di 10mila persone. questa è la prima presa di posizione apertamente antibelga di Lumumba. Nel 1959 il MNC inizia a dare vita a sommosse in ogni angolo del paese. La leadership di Lumumba è sempre più forte. Le autorità belga si trovano di fronte a un uomo dal carisma indiscutibile e dalla capacità di saper parlare alla sua gente con metodi schietti. Un buon venditore di birra passato alla politica: è questa l'immagine più schematica di Lumumba. Un uomo dal pizzetto ben curato e con occhiali dalla solida montatura. Nel gennaio del 1960 viene di nuovo arrestato. Ma l'onda della protesta costringe i belgi a liberarlo a giugno. Il 23 giugno Lumumba proclama la Repubblica Democratica del Congo, indipendente dal Belgio. Lumumba è nominato primo ministro. In piena guerra fredda, il liberalismo sociale di Lumumba non ottiene l'appoggio degli USA. Fondamentale in questa scelta è la posizione occidentale del Belgio, un paese della NATO. Lumumba inizia a guardare all'Unione Sovietica per possibili aiuti. Lumumba non è comunista, ma un nazionalista africano. Il Belgio cerca di creare un governo fantoccio africano che resti comunque legato nei rapporti economici alla monarchia europea. Lumumba si oppone fortemente al progetto belga e cerca di africanizzare l'esercito. Restano però ambienti militari congolesi, guidati da ufficiali africani che avevano fatto carriera sotto il colonialismo. Questi vengono sostenuti dal Belgio per creare rivolte contro il governo di Lumumba. La più celebre è quella dei seccessionisti della regione del Katanga. Uno di questi militari rivoltosi, promosso tra l'altro dallo stesso Lumumba, è il colonnello Sese Seko Mobutu. Questi, nel gennaio 1961, fa arrestare e fucilare Lumumba. Da lì, per più di trent'anni, il Congo, poi ribattezzato Zaire, cadrà nelle mani del padre-padrone Mobutu. Ma il messaggio anticolonialista di Lumumba farà scattare una scintilla in molti stati africani: da qui è partito uno dei più duri colpi al moribondo colonialismo. Ma.Le.
18 marzo 2009
La bellezza del giorno
Aishwarya Rai (1973)







Filmografia essenziale:
CHAOS (2001) DEVDAS (2002) GARA DI CUORI (2004) MATRIMONI E PREGIUDIZI (2004) L'ULTIMA LEGIONE (2007) JODHAA AKBAR (2008) LA PANTERA ROSA 2 (2009)
Cinema
Cinema Indiano
Bollywood
| inviato da ilMaLe il 18/3/2009 alle 19:31 | |
16 marzo 2009
Auguri da Baffino
Scusate i giorni di assenza. Ho avuto una bella (si fa per dire) tracheite influenzale. Insomma, sono dovuto rimanere un po' di giorni al caldo nel letto a tossire e a bere sciroppi e latte con brandy. Ora sto un po' meglio e torno al bloggin. Dieci anni fa, in tempi non sospetti, Massimo D'Alema dava le sue linee guida sul futuro PD. Eravamo a una conferenza dei Verdi. Baffino ha mantenuto la promessa data dieci anni fa.
Partito Democratico
Massimo D'Alema
| inviato da ilMaLe il 16/3/2009 alle 13:55 | |
9 marzo 2009
Ma.Le. dice
Il disturbatore televisivo
Gabriele Paolini ha di nuovo colpito, urlando nel microfono di un’inviata del
TG3: «Berlusconi è un coglione». I giornalisti del TG3 si sono incazzati
parecchio: Paolini ha riferito quello che loro pensano del premier, ma che non
possono dire apertamente.
TG3
Gabriele Paolini
Silvio Berlusconi
| inviato da ilMaLe il 9/3/2009 alle 23:41 | |
8 marzo 2009
Marzorati, Chiappori e Disegni
Marzorati su ilmale.ilcannocchiale.it
Chiappori sul Corriere della Sera

Stefano Disegni su Il Sole 24 Ore
6 marzo 2009
Donne statali in pensione a 65? Se ne può discutere
La bozza Brunetta e i sacrifici necessari
 Il ministro Renato Brunetta e la leader dell'UGL Renata Polverini
Un aumento graduale dell'età pensionabile delle donne a partire dal
2010, per arrivare a quota 65 anni nel 2018. La bozza
proposta del governo è stata inviata alla Commissione Europea per
l'esame e che punta ad innalzare l'età pensionabile per le donne nella
pubblica amministrazione di un anno per ogni biennio. Nel 2018 le donne della pubblica amministrazione dovrebbero andare in pensione a 65 anni. Il governo, per voce del ministro alla pa Renato Brunetta parla di opera inevitabile. Non ha tutti i torti Brunetta: una donna statale può lavorare fino ai 65 anni. Non si tratta di lavori usuranti. Il PD chiede che per quel che riguarda la pensione di anzianità si contino anche gli anni di maternità. Anche questa richiesta andrebbe aggiunta alla proposta: le maternità indeboliscono la donna. L'innalzamento porterebbe ad un'età paritaria tra uomini e donne dipendenti dello Stato. Questo va fatto in tempi forse più lunghi dei 9 anni scelti dal governo Berlusconi. In questo modo si potrà dare ancora qualche posto di lavoro. Nella PA ci tanti sprechi e tanti fannulloni, ma una linfa giovane va inserita in questo ambiente di lavoro. Si spera con concorsi leali e non con le solite raccomandazioni o tessere di partito. I sindacati minacciano scioperi. Ma sono proteste che allontanano altre categorie da loro. Precari, lavoratori a partita IVA sono categorie molto penalizzate e poco difese dal sindacato. E' il solito vecchio sistema sindacale che preferisce difendere chi è più forte e chi può pagare regolarmente la tessera. La CGIL ovviamente va sul muro contro muro. A lei si aggiunge la CISL. Il sindacato di Raffaele Bonanni finora aveva calato le brache davanti alle politiche sul lavoro del governo Berlusconi. Ora però si oppone alla bozza. La CISL è forte tra gli statali, più anche della CGIL. E tra gli statali del Sud fa incetta di tessere. Come al solito la CISL non può perdere il sostegno del parassitismo statale che ha contribuito al lassismo italiano. Stranamente, le parole più sagge provenienti da un sindacato, sono state quelle della leader dell'UGL Renata Polverini. La Polverini ha dichiarato: «Non è attraverso l'equiparazione dell'età pensionabile delle donne,
come sostiene l'Europa, che si rende giustizia alle discriminazioni cui
sono soggette le lavoratrici. La risposta del governo alla Ue
sull'aumento dell'età pensionabile delle donne non può prescindere
dalla volontarietà, quale elemento cardine per lasciare alle
lavoratrici libertà di scelta». Una donna dà un'interpretazione critica, ma costruttiva, della problematica. L'età media si è alzata e le pensioni rischiano di non esserci per quelli della mia generazione. La crisi economica deve farci riflettere. Un sacrificio è indispensabile e dev'essere fatto da tutti. In primis dalle categorie di lavoro che hanno più benefici. E i dipendenti pubblici ne sono un bell'esempio.
Ma.Le.
3 marzo 2009
Riemerge nella mente Sabra e Chatila
Titolo: Valzer con Bashir Regia: Ari Folman
Sceneggiatura: Ari Folman
Genere: Animazione, Bellico
Produzione: Israele
Anno: 2008

Israele oggi; in un bar due veterani della guerra in Libano del 1982 discutono al bancone. Uno dei due racconta all'altro (il regista Ari Folman) un incubi ricorrente. L'uomo sogna di essere inseguito da 28 cani feroci. Sono 28, come quelli che nel 1982 uccise in guerra per evitare che abbaiassero e potessero allarmare i miliziani nemici. Folman si rende conto di non avere ricordi precisi di quella guerra a cui partecipò. Un amico psicologo e anch'egli veterano consiglia a Folman di capire cosa fu la guerra in Libano e quale fu il suo ruolo. Il regista decide allora di intervistare ex commilitoni per capire il motivo della rimozione di un ricordo così sconvolgente. I reduci del Libano raccontano al regista la loro guerra. Chi ci andò da spensierato diciottenne; chi vide i suoi amici venir ammazzati; chi per salvarsi la pelle optò per una saggia fuga, restando con il senso di colpa per non aver fatto abbastanza. Intanto ricordi onirici riemergono nella mente del regista: lui e altri due ragazzi escono nudi dal mare e si vestono con casacche militari sulla spiaggia. Anche i sogni degli altri reduci danno una mano. C'è chi mescola sogni erotici al sangue della guerra e chi ricorda gesta mitiche ma al tempo stesso surreali. E' il caso del valzer con Bashir, visione di un soldato che balla sparando a caso tra i manifesti di Bashir Gamayel, leader carismatico del partito di estrema destra Falangi Libanesi. La figura di Gamayel aiuta Folman nella sua opere di recupero del passato. Il leader dei miliziani libanesi, e alleato scomodo dell'esercito israeliano, fu assassinato nel settembre del 1982, pochi giorni dopo la sua nomina a presidente del Paese dei Cedri. I responsabili furono i palestinesi del sud Libano, da sempre ostili alla destra di Gamayel. Israele aveva invaso il sud Libano a seguito dei continui attacchi palestinesi. Nella guerra aveva trovato in Gamayel un prezioso alleato. Ma i seguaci di Gamayel, dopo l'uccisione del loro leader, scateneranno la furia omicida nei due campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila. 800 palestinesi inermi, tra cui donne e bambini, furono trucidati dalle Falangi Libanesi. I soldati israeliani non mossero dito. Ari Folman era lì e vide l'orrore con i suoi occhi. Un ufficiale dell'esercito riferisce al regista che, l'allora ministro della difesa Ariel Sharon disse ai militari di lasciar lavorare i falangisti. Folman viaggia tra Europa e Israele e alla fine fa riemergere il suo ricordo. Il non aver potuto impedire un massacro di innocenti. Nelle ultime scene il cartoon lascia spazio alle immagini reali della strage. Il fumettista Ari Folman ha voluto scavare nella sua memoria. In questo suo film d'animazione, l'ex militare israeliano ripercorre nei dialoghi con reduci di guerra una storia del suo paese. Il suo intento non è però certificare le colpe o accusare qualcuno di una strage. Il suo intento è far riemergere degli orrori che il suo inconscio aveva preferito rimuovere. Sono significative le immagini dei giorni di libera uscita del protagonista. Folman nel 1982 è un ragazzo poco più che adolescente. Tornato a casa per pochi giorni si trova estraniato dai videogiochi e dalla musica punk - new wave delle discoteche. In Israele la vita continua nella sua normalità, come è giusto che sia. Folman lì è un alieno, che sa di dover presto tornare sotto gli spari del nemico. In guerra Folman cerca la normalità che ha quasi schifato a casa: perlustrando un aeroporto abbandonato se lo immagina pieno di vita. Il giovane soldato ha vissuto degli orrori che gli hanno sconvolto i ricordi. Nel temporaneo ritorno alla normalità è ancora immerso nel clima di tensione della guerra. Sotto le armi cerca di estranearsi il più possibile al rischio immediato di essere ucciso. Valzer con Bashir è il ballo di un ragazzo sotto i fucili dei cecchini. Un'immagine surreale mostra come una guerra possa sconvolgere le menti. Per tornare alla normalità Folman ha dovuto abbandonare ogni ricordo. Solo più di vent'anni dopo gli verrà la voglia di tornare a scavare nella sua memoria. L'incubo di un suo amico apre la strada ai suoi. Valzer con Bashir è un capolavoro di animazione. Il film ha un tratto rude come quello della guerra. Folman ci aggiunge tinte più mistiche e inquietanti nelle fasi oniriche. Quest'opera psicologica è stata trasportata in un film eccezionale, che avrebbe meritato l'Oscar come miglior film straniero. Probabilmente sono stati i fattori politici a far preferire ai giudici di Hollywood un altro film (il giapponese Departures). Resta la vittoria di un Golden Globe e la certezza di aver assistito a una pagina fondamentale del cinema psicologico, documentaristico e di animazione.
Ma.Le.
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